LA CONTRARIETÀ DELLA CONFCOMMERCIO AL FERMO TECNICO DELLA MARINERIA NEI MESI DI AGOSTO E SETTEMBRE
Al Governo la richiesta di non firmare il provvedimento e di ridiscutere con l’UE e con le Regioni un nuovo progetto che non danneggi la marineria e con essa l’intera filiera delle imprese locali del commercio e della ristorazione.
Anche quest’anno si ripresenta all’orizzonte il provvedimento del Governo sul fermo tecnico della marineria, il cosiddetto “fermo pesca”, ma per i mesi di agosto e settembre.
E’ un provvedimento inatteso ed immotivato perchè a causa del lockdown Covid_19 le attività della pesca e della ristorazione di Abruzzo, Marche e Molise sono rimaste bloccate per alcuni mesi.
Questo ormai annoso problema del fermo pesca che si tiene nel periodo estivo, ulteriore blocco dopo quanto accaduto nel periodo della pandemia, rappresenta un danno notevole per le marinerie e per l’intera filiera delle imprese locali del commercio e della ristorazione.
Se un fermo tecnico debba necessariamente esserci a tutela della fauna ittica, allora è preferibile che sia disposto nei due mesi di marzo ed aprile, periodo ritenuto ottimale anche da uno studio dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo.
Alla luce di quanto sopra e facendosi portavoce delle imprese rappresentate, la Confcommercio della provincia di Ascoli Piceno, la Confcommercio del Molise e la Confcommercio della Provincia di Pescara unitariamente chiedono al Governo di non firmare il provvedimento e di ridiscutere con l’UE e con le Regioni un nuovo progetto che non danneggi la marineria e con essa l’intera filiera del commercio e della ristorazione.
Hanno sottoscritto il documento che sarà inoltrato alle Auorità di Governo del territorio ed ai politici locali:
Fausto Calabresi, presidente Confcommercio provincia di Ascoli Piceno
Carlo Durante, presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Confcommercio Molise
Riccardo Padovano, presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Confcommercio provincia di Pescara