Commercio, in 10 anni scomparsi 175 negozi a Campo …

L’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane è un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui cambiamenti del commercio e delle imprese nelle città italiane negli ultimi dieci anni, con particolare riguardo ai centri storici. Realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, l’ottava edizione dell’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici  arriva in una fase che ha visto superare il picco della crisi dovuta alla pandemia e alla stagnazione dei consumi, ma che si confronta oggi con nuove emergenze derivanti dal caro energia, da una elevata inflazione e dal protrarsi della guerra in Ucraina.
I cambiamenti nelle preferenze e nelle abitudini di acquisto e consumo, le scelte commerciali e localizzative della grande distribuzione e delle superfici specializzate, lo sviluppo del commercio online e altri fattori stanno cambiando volto alle nostre città e ai centri storici in particolare, con meno insediamenti del commercio tradizionale e più servizi e con differenti dinamiche tra le aree geografiche del Paese.
Tra il 2012 e il 2022 sono sparite, complessivamente, oltre 99mila attività di commercio al dettaglio e 16mila imprese di commercio ambulante; in crescita alberghi, bar e ristoranti (+10.275); nello stesso periodo, cresce la presenza straniera nel commercio, sia come numero di imprese (+44mila), sia come occupati (+107mila) e si riducono le attività e gli occupati italiani (rispettivamente -138mila e -148mila).
L’analisi riporta i dati aggiornati sull’evoluzione commerciale nelle città dal 2012 ad oggi e riguarda i dati dei 120 comuni medio-grandi italiani (regione per regione), di cui 110 capoluoghi di provincia e 10 comuni non capoluoghi di media dimensione (escluse le città di Milano, Napoli e Roma perché multicentriche, dove non è possibile, cioè, la distinzione tra centro storico e non centro storico).
Nel Molise nel decennio 2012/2022 i due capoluoghi di provincia, Campobasso e Isernia hanno perso 175 negozi al dettaglio. A Campobasso soffre il commercio al dettaglio con un saldo negativo di imprese (-42) tra il 2019 e il 2022, di cui 9 nel centro storico, 33 quelle situate in altre aree cittadine. In crescita le attività come alberghi, bar e ristoranti con un saldo positivo (+18) con 16 nuove imprese nel centro storico e 2 nel resto della città.
Nel biennio considerato dall’indagine, i dati di Isernia registrano un calo delle attività nel centro storico (-5), con 3 nuove attività nel commercio al dettaglio nella restante parte della città. In controtendenza rispetto al 2019 i numeri relativi ad alberghi, bar e ristoranti (-4), che diminuiscono nel centro storico (-1) e nei quartieri (-3).

#viviAmolecittà

I dati dell’Osservatorio